Voice from inside

•giugno 18, 2007 • Lascia un commento

Un’ultima barzelletta. Sarà questo quello che della vita di Patrick Knight rimarrà fra tre settimane. La morte, va vissuta anche così, come fosse una barzelletta!

La voce che da dentro urla nell’animo di questo uomo (questo il suo sito) si vuole ricondurre ad un’unica e sagace presa di umorismo nei confronti della signora nera. Molte sono le polemiche che questa scelta ha provocato… molte saranno le polemiche che susciterà il giorno dell’esecuzione.

Ma da dove è arrivata l’idea? Qualche mese fa, Vincent Gutierrez – un suo compagno di cella – ebbe la forza di tirare fuori l’ironia proprio pochi istanti prima del momento supremo, chiedendo: “Ma dov’è la controfigura, quando ti serve?”. Knight ha preso spunto da Gutierrez, e finora ha ricevuto circa 250 proposte.

Ilnormale non è riuscito a spiegarsi il perchè, ma vi propone lo strumento per chiederlo direttamente all’interessato. Come ci spiega nel suo sito “Send questions or comments to me please”.

Questo è l’indirizzo…

Patrick Bryan Knight
999072
Polunsky Unit
3872 F.M. 350 South
Livingston, TX 77351
USA

Altre e maggiori informazioni su questi siti: www.peacereporter.net e http://qn.quotidiano.net.

Navigando in rete ho trovato questa barzelletta… (da:www.tifonet.it)

Condannati a Morte
Ci sono tre condannati a morte che attendono lesecuzione nel braccio della morte, quando si sparge la notizia che da quel giorno in poi ognuno potrà decidere
di che morte morire…
Quando arriva il momento per il primo di questi il direttore del carcere lo convoca:
-direttore- Allora lei ha gia deciso che esecuzione preferisce tra impiccagione ghigliottina o sedia elettrica?
-condannato- L’impiccagione no perchè ho sempre pensato che morire soffocato sia la morte peggiore, la ghigliottina no perchè
odio la vista del sangue, quindi
scelgo la sedia elettrica.

Il condannato viene quindi condotto verso la sedia e al momento fatidico questa non funziona…. (come risaputo se succede questo il prigioniero viene graziato)
Così il condannato viene graziato e prima di uscire chiede di incontrare gli altri due condannati ai quali dice:

-Mi raccomando ragazzi La sedia elettrica non funziona…..!!!!!

Quando tocca al secondo che ha capito il consiglio dell’amico al direttore dice sorridendo:
-ho già deciso direttore: la ghigliottina no perchè soffro alla vista del sangue, l’impiccagione no perchè soffro di cervicale.
Scelgo la Sedia elettrica!!!

Anche per lui stessa cosa… la sedia non funziona e lui è libero…
Prima di uscire anche lui vuole andare a parlare con l’ultimo condannato, e gli dice:

-Mi raccomando amico ricordati che la sedia elettrica non funziona!!!!
Poco dopo tocca a lui che al direttore dice:

-Ho deciso anch’io direttore…
la ghigliottina no perchè il sangue mi fa senso, la sedia elettrica non funziona…. che devo fare…???!!! Impiccatemi!!!

La morte di De André

•giugno 15, 2007 • Lascia un commento

deandre_1960.jpgLa morte verrà all’improvviso
avrà le tue labbra e i tuoi occhi
ti coprirà di un velo bianco
addormentandosi al tuo fianco
nell’ozio, nel sonno, in battaglia
verrà senza darti avvisaglia
la morte va a colpo sicuro
non suona il corno né il tamburo.

Madonna che in limpida fonte
ristori le membra stupende
la morte no ti vedrà in faccia
avrà il tuo seno e le tue braccia.

Prelati, notabili e conti
sull’uscio piangeste ben forte
chi ben condusse sua vita
male sopporterà sua morte.

Straccioni che senza vergogna
portaste il cilicio o la gogna
partirvene non fu fatica
perché la morte vi fu amica.

Guerrieri che in punto di lancia
dal suol d’Oriente alla Francia
di strage menaste gran vanto
e fra i nemici il lutto e il pianto

davanti all’estrema nemica
non serve coraggio o fatica
non serve colpirla nel cuore
perché la morte mai non muore.

Fabrizio De André (Genova, 18 febbraio 1940 – Milano, 11 gennaio 1999)

Morte e memoria – Saddam Hussein

•giugno 15, 2007 • 1 commento

Come ricordate la faccia di quest’uomo?

saddam-hussein-soldato.jpg                      saddam-hussein-prigioniero.jpg

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Non è semplice essere sinceri di fronte a foto che ci presentano un morto! Ebbene, sono sicuro che la stragrande maggioranza di noi, quando ripensa al volto di una persona scomparsa, ha bene in mente le ultime sue immagini. Quelle magari che hanno preceduto il suo addio.

A volte, come uno scherzo della nostra mente, la memoria “incantata” non riesce a vedere altro. Le immagini a cui magari non diamo importanza, sono lì pronte ad essere riviste proprio di fronte lo spettacolo della morte.

In quest’ultima immagine l’impiccagione di Saddam Hussein.

saddam-hussein-impiccato.jpg

Il Grande Donatore

•giugno 7, 2007 • Lascia un commento

Va in onda, da qualche giorno in Olanda (1 Giugno), un nuovo reality che farà sicuramente parlare di sé. Si chiama “de grote Donorshow” trasmesso dal canale Bnn in prima serata. Una donna di 37 anni, malata terminale, colpita da un tumore al cervello, metterà in palio uno dei suoi reni ad uno dei  tre candidati, di fronte ad una platea, in studio, composta da parenti ed amici stretti dei possibili “riceventi”. Quella che solitamente viene interpretata e vissuta in primo luogo come una tragedia personale e familiare, verrà condivisa da milioni di telespettatori, che potranno, come le regole di un normale reality impongono, patrecipare a questo “straziante” show attraverso la fredda arma del SMS. Logicamente, tengono a precisare gli autori ed i responsabili dell’emittente, l’ultima scelta spetterà ovviamente alla proprietaria di quel vitale “bene”.

Devo ammettere che in un primo momento ho trovato in questo reality esclusivamente una cruda messa in onda di tre tragedie, due delle quali vissute dalla stessa donatrice “Lisa”. La prima è la consapevolezza della morte. La seconda è la scelta del ricevente che esclude logicamente gli altri due concorrenti. La terza è la tragedia dei due esclusi, vissuta dopo la flebile speranza di ricevere quel dono indispensabile alla vita. Di seguito ho creduto che sebbene si trattasse di un tentativo commercial-provocatorio di sensibilizzare gli olandesi, e non solo, sul problema dei tempi di attesa dei trapianti d’organi, ciò non fosse moralmente inaccettabile.

L’Olanda ci ha abituati da tempo a reality alquanto estremi, basti citare ad esempio “Spuiten en Slikken” (inietta e ingoia), in cui giovani ospiti vengono ripresi ed intervistati mentre assumono droghe pesanti, descrivendone gli effetti.

Francamente mi chiedo come mai qualcuno dovrebbe assistere a questo inutile spettacolo, quando basterebbe uscire di casa e ……

Morire per essere!

•giugno 5, 2007 • Lascia un commento

schedapsc-15.jpg
Autore: Ronald Britton
Casa editrice: Astrolabio
Anno di pubblicazione: 2004
ISBN: 88-340-1450-2
PREZZO: 15€

A volte ci troviamo dinnanzi a pulsioni che Freud classificava nell’ambito dell’ ES, tutte quelle pulsioni che spingono l’uomo al piacere e alla distruzione, e a volte confondendo i due opposti al piacere della distruzione. E’ così che anche la morte assume un significato profondo di ricerca del piacere, proprio come il sesso. La maggior parte delle persone non vuole pensarci, a volte è scomodo credere che si possa essere così animali, così legati alle proprie pulsioni.

Quello su cui vorrei riflettete in questo post è però la pulsione al piacere della morte partendo non dagli istinti, dall’ Es, ma dal Super Io, dalla sfera razionale. Quello che sembra assurdo è che la morte non è solo istinto, ma anche ragione. Esiste la ragione di morte…

Vorrei presentare, cogliendo spunto dal libro presentato, alcuni passi di così parlo Zarathustra (il testo è stato preso in maniera integrale da questo sito):

Molti muoiono troppo tardi, e alcuni troppo presto. Ancora suona insolita questa dottrina: Muori al momento giusto! Muori al momento giusto: Così insegna Zarathustra. Certo, colui che mai vive al momento giusto, come potrebbe morire al momento giusto? Non fosse mai nato! – Questo consiglio io do ai superflui. Ma anche i superflui si danno grande importanza quando muoiono, e anche la più vuota delle noci vuol essere schiacciata. Per tutti, morire è una cosa importante: ma la morte non è ancora una festa. Gli uomini non hanno ancora imparato come si consacrano le feste più belle. Io vi mostro la morte come adempimento, la morte che per i vivi diventa uno stimolo e una promessa. Colui che adempie la sua vita, morrà la sua morte da vittorioso, circondato dalla speranza e dalle promesse di altri. Così si dovrebbe imparare a morire: e non vi dovrebbe essere festa alcuna, senza che un tal morente non consacrasse i giuramenti dei vivi! Questa è la morte migliore; quindi viene: morire in battaglia e profondere un’anima grande. Ma la vostra morte ghignante, che si avvicina furtiva come un ladro, e tuttavia viene come una padrona, – è odiosa tanto al combattente quanto al vincitore. Vi faccio l’elogio della mia morte, la libera morte, che viene a me, perché io voglio. E quando vorrò? – Colui che ha una meta e un erede, vuole la morte al momento giusto, per la sua meta, il suo erede. Mosso dal venerante rispetto per la sua meta e il suo erede, egli non appenderà più corone rinsecchite nel santuario della vita. In verità, non voglio fare come i funaioli, che tirano in lungo la corda e intanto vanno sempre più indietro. Certi invecchiano troppo, anche per le proprie verità e vittorie; una bocca sdentata non ha più diritto a ogni verità. E chiunque vuole avere la gloria, deve prender per tempo congedo dagli onori e applicare l’arte difficile di andar via al momento giusto. Proprio quando si è più saporosi, bisogna smettere di lasciarsi mangiare: ciò sanno coloro che vogliono essere amati a lungo. Certo, vi sono mele acerbe, la cui sorte è di attendere fino all’ultimo giorno d’autunno: esse diventano al tempo stesso mature, gialle e grinzose. In alcuni è il cuore che invecchia per primo, in altri la mente. E certi sono vecchi da giovani: ma una tarda giovinezza è lunga giovinezza. Per molti la vita è un fallimento: un verme velenoso li rode nel cuore. Proprio per questo dovrebbero fare in modo di riuscire tanto meglio a morire. Altri non diventano mai dolci, già destate marciscono. La viltà li tiene attaccati al ramo. Fin troppi vivono, e troppo a lungo restano appesi ai loro rami. Venisse una tempesta a scuotere giù dall’albero tutti questi marci e bacati! Venissero predicatori della rapida morte! Questi sarebbero per me le tempeste squassanti, che devono investire gli alberi della vita! Ma io sento predicare solamente la lenta morte e la pazienza per tutte le cose terrene. Voi predicate la pazienza per le cose terrene? Ma sono le cose terrene ad avere troppa pazienza con voi, detrattori! Davvero troppo presto morì quell’Ebreo, che i predicatori della lenta morte onorano: e per molti da allora è stata una disgrazia che egli morisse troppo presto. Non conosceva che le lacrime e la melanconia dell’Ebreo, insieme all’odio dei buoni e giusti – l’Ebreo Gesù: ed ecco lo assalse il desiderio di morire. Fosse rimasto nel deserto e lontano dai buoni e giusti! Forse avrebbe imparato a vivere e ad amare la vita – e anche a ridere. Credetemi fratelli! Egli morì troppo presto; egli stesso avrebbe ritrattato la sua dottrina, fosse giunto alla mia età! Egli era tanto nobile da ritrattare! Ma era ancora immaturo. Il giovinetto è immaturo nel suo amore, e immaturo, odia gli uomini e la terra. L’animo e le ali dello spirito sono in lui ancora grevi e impacciati. Ma è più bambino nell’uomo che nel giovinetto, e meno melanconia: egli si intende meglio di morte e di vita. Il vostro morire non sia una calunnia contro gli uomini e la terra, amici: questo io pretendo dal miele della vostra anima. Nel vostro morire deve ardere ancora il vostro spirito e la vostra virtù, come un vespero sulla terra: altrimenti il morire vi è riuscito male. Così voglio morire anche io, affinché voi, amici, amiate la terra ancor più, per amor mio; e voglio tornare a essere terra, per aver pace in colei che mi ha generato. Davvero, una meta aveva Zarathustra, egli ha gettato la sua palla: ora siete voi, amici, a voi getto la palla d’oro. Ciò che più volentieri contemplo, è vedervi gettare la palla d’oro, amici miei! Per questo mi trattengo ancora un po’ sulla terra: perdonatemelo! Così parlò Zarathustra.”

The Darwin Awards

•Maggio 31, 2007 • 5 commenti

L’uscita ormai prossima della commedia “The Darwin Awards” (1 Giugno) mi ha fatto tornare alla mente quei giorni in cui raccoglievo materiale per la mia tesi “Divoratori disincantati: attrazione e disincanto verso il prodotto morte”, e ai miei occhi, dopo uno serie innumerevole di search con Google, apparve questo sito: http://www.darwinawards.com/. Davvero niente male…

Per chi non conoscesse la missione di questo speciale premio, eccola spiegata in poche righe:

viene riconosciuto tale premio (spesso postumo!) alla persona capace di cancellarsi dalla faccia della terra, nella maniera più stupida possibile. Non solo. Vengono premiati anche quelli che pur rimanendo in vita, riescono sempre nella maniera suddetta, a rendersi, incapaci di procreare.

Tali premi vengono assegnati in onore del teorico dell’Evoluzionismo Darwin.

Come ci si candida? Di seguito qualche esempio:

  • facendo il giocoliere con bombe a mano (Crozia 2001)
  • saltando da un aereo per filmare dei paracadutisti senza aver prima indossato un paracadute (USA, 1987)
  • usando un accendino per illuminare un serbatoio di benzina e assicurarsi che non contenesse materiale infiammabile (San Paolo (Brasile), 2002)
  • se inseguendo una lattina di birra si viene investiti da un camion (Texas, 2002)
  • accarezzando squali mentre questi si agitano voraci attorno alla carcassa di una balena (Australia, 2001)
  • facendo il surf in strada durante una innondazione (Australia, 2007)
  • precipitando nel vuoto, dopo aver preso la rincorsa per gettare dal terrazzo del qiunto piano un recipiente pieno di acqua (Italia, data incerta)

L’ideatrice di tale premio è Wendy Northcutt, allora (1993) studentessa universitaria alla Stanford University, costretta dopo pochi anni a mettere in rete questo sito, vista la copiosa quantità di candidature che le pervenivano quotidianamente.

Ecco quindi una modalità alquanto particolare di riflessione sulla morte. Raccontata e celebrata in questo caso (addirittura con un premio) con forte ironia, che spesso, nonostante la tragicità dell’evento, è capace soltanto di strapparci un sorriso di stupore, se non addirittura una fragorosa risata.

Quando la morte rivela di sè il suo lato comico…….. c’è da morire dal ridere!

Si comincia!!!

•marzo 27, 2007 • 2 commenti

Questo blog parla di tutti noi!!!